Campo visivo

Il Campo Visivo è quella porzione di spazio che un occhio immobile percepisce di fronte a sè.

Il C.V. normale si estende all'incirca per 90° temporalmente, 60° nasalmente e superiormente, e circa 70° inferiormente, assumendo così una sorta di forma ovoidale.

Qualsiasi alterazione della normale forma del campo visivo rappresenta un difetto campimetrico.

Lo studio del campo visivo si effettua mediante campimetri manuali o perimetri computerizzati, ed è essenziale in oculistica per la diagnosi ed il follow-up del glaucoma, ma anche di patologie retiniche e maculari ed altre otticopatie. E' inoltre utile al neurologo in quanto permette di visualizzare i danni alle vie ottiche retro-bulbari, chiasmatiche, retrochiasmatiche fino alla corteccia visiva, che possono derivare da patologie ischemiche, tumorali, traumatiche e neurologiche di vario tipo.

L'applicazione più frequente di questo esame resta tuttavia la diagnosi ed il follow-up del glaucoma, per il quale lo studio del campo visivo è attualmente l’unico esame funzionale. I pazienti glaucomatosi possono presentarsi  con diversi difetti, la cui progressione va di norma di pari passo con il danno del nervo ottico.

Tuttavia, nelle prime fasi della malattia, quando la perdita di fibre del nervo ottico è al di sotto del 30%, il campo visivo è ancora normale. Questi fase è detta perciò “preperimetrica”.

Un esempio di campo visivo è rappresentato in Figura 1 (la macchia scura è fisiologica ed è nota come “macchia cieca”).

Quando le alterazioni del nervo ottico si fanno più marcate, si sviluppano dapprima difetti paracentrali del campo visivo, ossia piccole aree di ridotta sensibilità (scotomi relativi), ed in seguito, in caso di ulteriore peggioramento, difetti confluenti generano ampi scotomi all’interno dei quali la sensibilità è nulla (scotomi assoluti). Questi scotomi hanno un aspetto tipicamente arciforme e possono interessare tanto la metà superiore quanto quella inferiore del campo visivo. Negli stadi terminali residua solo un’isola centrale, a causa del confluire di uno scotoma superiore e di uno inferiore (Figura 2).

Figura 1 Figura 2